lunedì 16 luglio 2012

Moi, moi, et puis...le Monde. E' la bellezza a gravare sul cosmo o viceversa? Ha forse lo stesso peso di un passato sempre affacciato alle nostre azioni, o quello di un'espressione addolorata al funerale di uno sconosciuto? Credo che la gente finisca per parlare troppo a causa della disperata ricerca di compensazione: riversa all'esterno pensieri e discorsi prima ancora di averli compresi, in un processo paragonabile all'assurdità di emettere respiri troppo ampi, soffocando per riempire un'atmosfera già satura. C'è dello straordinario nello sfrenato bisogno di bilanciarsi ad ogni livello del proprio essere: quello della coscienza, dell'intelletto, delle viscere...Una soddisfazione personale = una moneta alla zingara che brontola chiedendo elemosina all'uscita del supermercato. Si compensa il peso di una busta piena di superfluo appena acquistato con l'uscita di qualche spicciolo dal portafogli. Un colpo alla botte ed uno al cerchio, oppure uno all'egoismo ed uno alla bontà di plastica? Come risposta, non so come, mi sovviene "L'origine du monde'' di Courbet - e per questo una bella risata. 
[Valérie Coquéricots
Ph: R. Mapplethorp]

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